tramonto

martedì 13 luglio 2010

LA FRENESIA DELL'ANDARE


Mi è sempre piaciuto camminare e credo di avere una naturale predisposizione nell'affrontare la montagna, sia fisico che istintivo. Se un tempo ciò che inseguivo era raggiungere una cima poi col tempo è stato di percorrere lunghe distanze. La vetta, una forcella, un colle, un passo è fine a se stesso, ma oltre c'è un' altra vetta, un'altra forcella, anzì un'infinità di queste "possibili" mete. Salire una catena montuosa e vederne un'altra, davanti, al di là della valle, ha fatto si di procedere oltre. Di raggiungere la successiva e magari un' altra, poi voltarmi e capire che le distanze sono effimere; ciò che prima era distante è vicino, altro nel mezzo è superato. Questo è diventato il mio modo di peregrinare in montagna, fatica e frenesia; così riesco a sentirmi tutt'uno con l'essenza della montagna. L'aver percorso l'Alta Via "delle Dolomiti in tre giorni per complessive 42 ore od il Trekking delle Leggende, lungo circa 200 km. con dislivello complessivo di circa 30.000m. in 4 giorni, in meno di 56 ore, o l'Alta via deli Eroi da Feltre a cima Grappa in 14 ore per andata e ritorno ne sono un esempio. Oppure nel concatenamento dei sentieri, un uppen down sulle vette feltrine di oltre 7000 m in poco più di 10 ore, o nel salire più monti in sequenza, ho trovato il feeling intimo con la montagna.

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