tramonto

mercoledì 25 febbraio 2015

VIAZ AL COVOL DEI CAMAI

Sto arrancando in bici sulle rampe dello "Stelvio" di Vignui, quando mi si affianca Francesco che mi invita ad una passeggiata outdoor sui baratri di valle del Santo Martino. Fatta. Appoggiato alla fontana in piazza anche Taibi con il meticcio dal lucido pelo nero: Luna. Cane femmina di poche parole ma da zampe in spalla. Avesse un stelo d'erba in bocca parrebbe un rustego montanaro. Obbiettivo percorrere uno dei viaz che il buon Aldo de Zordi ha inserito in una sua recente guida per sciagurati camminatori da willderness. Unica cosa certa il punto di partenza: l'imbocco di un sentiero all'inizio di Pian dei Violini entro nel profondo della valle. Un tratto ben visibile poi...arrangiarsi. La guida ci aiuterà?! Forse; di tanto in tanto. Troppo complicato il narrarne il costante deflusso, non è ancora materia per navigatori con voce aggraziata femminile a far da timone. Si procede su tracce, erbe, affioramenti e roccette. Cespugli ed arbusteti sono sempre...tra i piedi. Si sale, si devia, ci si ferma, ci si consulta, cerchiamo delle conferme dell'oltre. Ma oltre c'è solo un muro di nebbia che sembra ridersela di noi. Superiamo vallecole, piccole forcelle. Ad un certo punto capiamo di dover andare dall'altra parte di una gola che sprofonda tra abissi e bancate di cui non si vede la fine...ma è tutto ciò che i vapori ci concedono. Finiamo in un canalone dove il proseguire diventa un azzardo, io provo a risalire su una rampata di declivio roccioso ma finisco annegato in una buca di foglie rosse di faggio, Francesco fa da palo per comunicazioni, Taibi cerca lumi sfogliando il manuale. Luna invece è già diretta lungo la dritta via come un esperto conoscitore del luogo. Ma dico abbiamo già la guida...basta seguirla no?! Passiamo ancora a ridosso di superbe pareti rocciose, qualche squarcio nelle nebbie ci rilevano luoghi di cui non riusciamo a focalizzare. Poi d'improvviso tracce di sentiero come dice la descrizione del libro...ben marcata. Forse il termine marcato ha diverse significati... Giungiamo comunque ad un sito conosciuto fra i cacciatori e frequentatori d'un tempo di queste solitarie creste : il Covol dei Camai, antro di sicuro riparo da piogge e nottate buie. Oltre ancora l'ignoto, stavolta tra una giungla di mughi contorti, radici aeree da foresta tropicale, intriganti cespugli da macchia mediterranea, tracce di ungulati che ci inducono a smarrire la via. Eppure riusciamo a riveder... non le stelle, ma una fitta abetaia con fantasmi di rovine d'antica malga. E poi giù a capofitto verso il paese che un raro momento di luce tra le brume ci svela.