tramonto

martedì 25 ottobre 2011

LA BORALA


Fitti boschi, erbe incolte, ghiaioni, rocce grige, faglie, fratture profonde, mughete, cenge aeree, intagli, balze rupestri, pendii scoscesi, cieli blu, nuvole che passano e vanno, verdi zerbi, fruscio del vento, silenzi ovattati, lievi brume stantie. Luoghi che ti respingono e ti attraggono come un magnete. Ambienti selvaggi, severi, rudi, inospitali. Tutto sembra fermo, tutto si muove! Siamo nella wilderness dei Monti del Sole. Il sole sta esplodendo a levante sparpagliando le poche nubi che lo celano e riempie le cime di tinte rosso brune. Nella valle le ombre nere svivolano come onda. Il lago del Mis assorbe e rimanda tutto l'attorno come una lieve melodia pittorica. Risalgo l'asfalto, oltrepassando il paese di Gena, muto borgo che parla di non lontano fervore di umile lavoro contadino. Poi sono boschi fitti, silenzi rotti solo da lievi brezze.Il proseguire è su ardimentoso sentiero. Ancora le ombre riempiono la valle. La vista si scontra con possenti torrioni rocciosi, invalicabili, imponenti. Camminando si superano cenge che rifuggono precipiti bancate, piccoli rigagnoli cantano scendendo nelle scalfitture vallive, le mughete diventano ingombranti ostacoli. Tutto affascina e angoscia in un ribaltamento emozionale continuo. Il tracciato ti porta inevitabilmente alla meta, lo segui ammaliato, quasi soggiogato. Quando arrivi alla Borala, che oltre non puoi andare resti zittito. Lo sguardo scorre verso l'alto lungo le possenti bastionate, le torri arcigne, le merlate cime d'un imponente maniero roccioso. Sfidano il blu turchese le guglie. I magri declivi sembrano bere la luce del sole che filtra tra le forcelle, dove un tempo si pensava passassero gli dei. Nel silenzio mistico i pensieri si fermano, solo gli occhi assorbono le parole del luogo. Diventa improbo staccarsi da qui, dove la natura emana religiosità. Nel fitto della faggeta c'e il giallo del bivacco Valdo che vado a raggiungere. Con un'altro escursionista, arrivato nel frattempo, cerchiamo il sentiero che dovrebbe, a detta delle cartine, portare a forcella Zana; ma non v'è traccia. Ridiscendiamo. Poi io scenderò lasciandomi trasportare dalla corsa che all'interno del bosco, dove minori sono i pericoli, diventerà una fanciullesca volata.

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