tramonto

sabato 16 ottobre 2010

VAL CASOLE

Il percorso come questo che si infila risalendo la nascosta Val Casole, immissaria della Val canzoi, ad oriente oltre il lago, ormai dimenticato avendo da tempo perso la sua funzione, sta lentamente scomparendo. L'itinerario portava ad una malga, dove le fatiche dell'uomo avevano sottratto alla ruvidezza del luogo uno spazio per le proprie esigenze di sussistenza. In una vecchia guida c'è anche la descrizione di questo tracciato. La mancanza della fruibilità e l' abbandonata manutenzione fa si che piccole variazioni dovute a danneggiamenti provocati da calamità naturali, a smottamenti (anche di piccola entità), ad un taglio della vegetazione importante e la non più controllata ricrescita, oppure la stessa infiltrazione del bosco in un pendio erboso può occultarne il sentiero.Anche se nelle descrizioni ci possono essere dei riferimenti precisi, questi diventano dettagli talvolta inutili. Rimane all'escursionista la capacità di saper leggere il territorio, capire come potevano muoversi nel tempo gli uomini. Capire le tracce, l'andamento del terreno, l'esposizione della luce ed altre mille particolari, può essere d'aiuto a raggiungere la meta. Così in questo mio viaggio ho dovuto far tesoro di queste "percezioni". Vedere poi nella fitta vegetazione svelarsi i resti delle attività di un tempo copme gli spazi per le carbonaie, muretti che servivano a stabilizzare il percorso, i luoghi di approvigiamento di acqua, il pendio un tempo erboso pascolo degli armenti, ora relitto fra boschi d'alto fusto, e le stesse rovine della casera, ti fanno sentire parte del territorio. Qui vicino al manufatto scende un canalone dal gruppo delle Tre Pietre in un ambientesevero, rude, in alto un coro di guglie di pareti rocciose possenti che incutono rispetto, ma che ne amplificano i silenzi, che liberano all'animo paure e nel medesimo tempo benessere di libertà.

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