tramonto

giovedì 5 gennaio 2012

FRAINA ALTA


Come esci dal bosco e ti affacci alla verde radura hai la percezione di entrare in un altro mondo. Di colpo i rumori della valle, le frenesie del mondo reale scompaiono. Hai la sensazione di tempo sospeso, i ritmi rallentano, lo percepisce sulla pelle. L'atmosfera è ovattata come quando cade la neve. Una dolcezza che strugge. Ti guardi attorno e ti vedi solo eppure è come se tutto intorno fosse vitale. Un mondo animato fino a pochi attimi prima ed ora fermo pronto a riprendere vita lieve. Questo mondo magico contrasta con l'attorno. Un ambiente ruvido selvaggio. Racchiuso da monti scoscesi, canaloni impervi, pendii irraggiungibili, balze rocciose che ti respingono. Anche i camosci sono impacciati nel muoversi. I rumori sono quelli emessi dalla natura. Il vento, il cadere della pioggia, il tuono, il mormorio delle fronde diventano padroni del luogo. Eppure se ti addentri nell'interno scopri i richiami del tempo. Il passato diventa presente. Riscopri passaggi di carbonai, falciatori, boscaioli, cacciatori. I sentieri non più calpestati compaiono, scompaiono, il bosco aggredisce le poche radure. Restano i nomi dei luoghi spesso irraggiungibili, dimenticati. Chi rammenta più laforcella Pollet, el covol de le segade, el col dei gai...Eppure quei sentieri portavano al di là dei monti, comunicavano con le valli attigue. Posi gli occhi sulle casere ed avverti la presenza di coloro che le abitavano, pensi che da un momento qualcuno esca, che ti inviti. Fai fatica a staccarti a lasciarlo questo posto, ti imprigiona come il canto di una sirena.

Nessun commento:

Posta un commento